martedì, Aprile 23, 2024

Salvador di Oliver Stone (1986)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

1980: il giornalista squattrinato Richard Boyle (James Woods) insieme all’amico tossico dipendente Doctor Rock (Jim Belushi) decide di recarsi in El Salvador per compiere un reportage sulla guerra civile che vede schierati da una parte gli squadroni della morte del Maggiore Max (Tony Plana) sostenuti dagli Stati Uniti e dall’altra la guerriglia marxista del Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN).

Ispirato alla storia del vero Richard Boyle Salvador è il film che ha consacrato Oliver Stone come regista. La pellicola in questione, boicottata in patria e realizzata anche grazie ai compensi minimi accettati dai protagonisti, è un profondo atto di accusa nei confronti della politica degli Stati Uniti in America Latina.
Con la scusa di prevenire la diffusione del comunismo infatti gli Usa  sostennero nel corso della Guerra Fredda alcune delle più brutali dittature della storiacome quella del Generale Pinochet in Cile (1973 – 1990), la giunta militare argentina (1976 – 1983), il regime di Efraín Ríos Montt che in poco più di un anno di Presidenza (23 marzo 1982 – 8 agosto 1983) si macchiò del sangue di 1.771 guatemaltechi  senza dimenticare ovviamente gli squadroni della morte di Roberto D’Aubuisson, leader del partito nazionalista ARENA in El Salvador, alla cui figura è ispirato nel film il personaggio del Maggiore Max interpretato dall’attore cubano-americano Tony Plana.
Dopo il breve intermezzo dell’amministrazione Carter, maggiormente rispettosa dei diritti umani, con Ronald Reagan Washington ha ricominciato ha fornire armi, denaro e appoggio diplomatico ai governi di destra del Centro e Sud America chiudendo spesso e volentieri gli occhi dinnanzi agli abusi commessi da quest’ultimi nei confronti della popolazione civile.
Alcuni degli eventi narrati nella storia come l’assassinio di Monsignor Romero o l’omicidio delle suore missionarie sono realmente accaduti, tuttavia la data di tali avvenimenti non è corretta. Mentre nel film questi fatti avvengono dopo l’elezione di Reagan cioè nel 1981 nella realtà essi sono successi l’anno precedente cioè nel 1980 quando era ancora Presidente Jimmy Carter. Crediamo che non si tratti di un errore cronologico o di una semplice svista ma di un’apposita volontà da parte del regista di mettere sotto accusa l’amministrazione repubblicana in carica all’epoca dell’uscita del film colpevole ad avviso di Stone di aver provocato un escalation della violenza all’interno della guerra civile salvadoregna.
Molto belle inoltre sono le scene della Battaglia di Santa Ana fra le truppe governative e i guerriglieri in cui la musica di sottofondo El Salvador ta venciendo del gruppo musicale salvadoregno Yolocamba I ta rende l’atmosfera molto realistica dando allo spettatore la sensazione di trovarsi realmente all’interno del conflitto.
Una nota di merito va anche all’attore Jim Belushi che per una volta abbandona il suo consueto ruolo di personaggio comico cimentandosi in un film particolarmente impegnato.
Decisamente sconsigliato è il dvd dell’edizione speciale in cui forse a causa dell’aggiunta di scene originariamente tagliate il doppiaggio cambia continuamente rischiando in questo modo di togliere tensione e drammaticità alla storia.
Con Salvador  siamo in presenza di uno dei film più coraggiosi mai realizzati ad Hollywood lontano dalla autocelebrazione dell’eroismo americano molto in voga all’epoca e rappresentato soprattutto da pellicole come Top Gun o la saga cinematografica di Rambo.
Il regista Oliver Stone notoriamente amico di Fidel Castro e politicamente orientato a sinistra vuole mostrare come gli Stati Uniti abbiano nel tempo smarrito le caratteristiche democratiche che furono alla base della loro fondazione per trasformarsi in un impero che frequentemente ha anteposto la salvaguardia dei propri interessi economici e materiali alla libertà dei popoli e al rispetto dei diritti dell’uomo.
(Gabriele Repaci, http://www.storiadeifilm.it/ )

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