giovedì, Marzo 28, 2024

Tutte africane le peggiori polizie al mondo

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

In coda all’Indice mondiale che misura capacità, procedure, legittimità e risultati delle forze di sicurezza, ci sono quattro africane: Nigeria, Rd Congo, Kenya e Uganda. La polizia più virtuosa del continente è invece quella del Botswana.

«Il Botswana è il paese che può avvalersi del miglior servizio di polizia di tutta l’Africa mentre la Nigeria è quello che dispone del peggiore in assoluto». Lo rileva il nuovo Indice mondiale sulle forze di sicurezza interna e di polizia (Wispi), realizzato dall’Istituto per l’economia e la pace (Iep) su commissione dell’International Police Science Association (Ipsa), che l’ha pubblicato la scorsa settimana.

L’obiettivo primario dello studio è monitorare le tendenze nel settore e migliorare la cooperazione tra le agenzie di sicurezza e d’intelligence. Per raggiungerlo, in ogni singolo paese l’analisi prende in esame quattro settori della sicurezza interna: capacità, procedure, legittimità e risultati, ciascuno dei quali viene analizzato in base a quattro diversi indicatori per un totale di sedici.

Dallo studio, oltre che per la Nigeria, emerge una situazione molto critica per altri tre paesi africani: Uganda, Kenya e Repubblica Democratica del Congo, relegati rispettivamente al 124esimo, 125esimo e 126esimo posto, sui 127 paesi inclusi nella graduatoria internazionale, che di conseguenza stabilisce che le quattro peggiori forze di polizia del mondo sono tutte africane.

Tra i paesi del continente con le più efficienti polizie, dopo il Botswana, che figura al 47esimo posto nello Wispi, si distingue il Rwanda, 50esimo classificato, seguito da Algeria, Senegal e Tunisia, rispettivamente in 58esima, 68esima e 72esima posizione. Altri paesi africani con i migliori piazzamenti nella classifica sono Egitto (76), Burkina Faso (83), Ghana (85), Sudafrica (89), Marocco (90) e Mali (92).

Secondo il report, il terrorismo rimane una delle maggiori minacce interne per la sicurezza dei paesi esaminati. Lo dimostra il drammatico aumento degli attacchi registrato nel corso degli ultimi tre anni, con più di 62 mila persone uccise. E il più rilevante incremento di attentati si è verificato in Nigeria, il paese africano situato in fondo alla lista.

Dalla disamina emerge che la regione sub-sahariana, insieme a quella dell’Asia-Pacifico, ha registrato il maggior numero di variazioni tra le nove prese in esame nel rapporto. Un altro dato saliente è costituito dal fatto che i regimi autoritari dell’Africa sub-sahariana hanno forze di polizia ed eserciti numericamente più piccoli, rispetto alle controparti mediorientali. Nel complesso, questo ha inciso negativamente sul risultato del livello di capacità, che per quanto riguarda i paesi dell’Africa sub-sahariana è il più basso in assoluto.

La ricerca sottolinea, inoltre, che i fattori geografici o culturali giocano un ruolo relativamente modesto nel determinare la legittimità e l’efficacia delle procedure nei regimi autoritari, mentre capacità e risultati sono molto più influenzati dall’ambiente geopolitico e culturale. Quest’ultima annotazione ha determinato la bassa performance sub-sahariana nei due settori.

Tuttavia, c’è da tenere in considerazione che i paesi con dati insufficienti sono esclusi dall’indice, così come i paesi attualmente coinvolti in un conflitto civile prolungato, quindi i quattro paesi africani in coda alla graduatoria potrebbero non avere la peggiore situazione di sicurezza interna a livello globale.

Di sicuro, però, registrano la risposta potenziale più debole a eventuali nuovi focolai di turbolenze interne, risultando quindi più inclini di altri paesi a precipitare in situazioni di conflitto.

Nello specifico, è interessante rilevare che l’Uganda è dotata di una forza di polizia molto ridotta per le sue dimensioni, con 110 uomini preposti alla sicurezza per 100 mila abitanti. Il tasso più basso registrato tra tutte le democrazie compiute, esaminate nell’indice.

Anche il Kenya ha una forza di polizia piuttosto esigua, con 99 agenti ogni 100 mila abitanti, un dato assai ridotto rispetto ai 347 della media generale dell’Indice e ai 268 della media relativa all’Africa sub-sahariana.

Il Kenya ha anche uno dei più piccoli eserciti pro-capite, con solo 53 membri delle forze armate su 100 mila abitanti. Le dimensioni dell’esercito keniano sono drasticamente diminuite negli ultimi venti anni (il tasso nel 1995 era 106 su 100 mila).

Altro dato di rilievo è che solo il 30% della popolazione della Repubblica democratica del Congo si sente al sicuro camminando da sola di notte nei quartieri delle loro città.

Infine, per capire come la Nigeria, con un punteggio complessivo di 0.255 si sia posizionata all’ultimo posto nello Wispi, ci sono due stime: un tasso di 20 omicidi ogni 100 mila abitanti – ben al di sopra della media dell’indice -, al quale si unisce il dato ricavato da un recente sondaggio della Gallup, secondo cui il 19% dei nigeriani intervistati, nell’ultimo anno sono stati vittime di almeno un’aggressione.
(Marco Cochi, Nigrizia, 20 novembre 2017)

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