giovedì, Aprile 25, 2024

Israele esorta Pence a sostenere l’insediamento della “zona industriale” nell’area E1 in Cisgiordania

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

MEMO. Il presidente del Knesset (parlamento) israeliano Yuli Edelstein ha esortato il vice-presidente statunitense Mike Pence ad appoggiare la costruzione di una nuova zona industriale in un’area chiave della Cisgiordania occupata conosciuta con il nome di “E1”, secondo quanto ha riferito il Jerusalem Post. 

 

Secondo il quotidiano, “Edelstein ha insistito con Pence a proposito dell’importanza della costruzione della zona industriale in questo luogo”, sostenendo che offrirebbe lavoro sia “agli Israeliani che ai Palestinesi della Cisgiordania”. 

Israele difende spesso i suoi insediamenti coloniali nei territori palestinesi occupati, pur essendo considerati tutti una grave violazione delle leggi internazionali, prendendo a pretesto il fatto che alcuni danno lavoro ai Palestinesi. 

Edelstein ha anche omaggiato il vice-presidente USA con una “confezione regalo” costituita da prodotti provenienti dalle colonie. 

La cosiddetta zona E1 è situata ad est di Gerusalemme, nei pressi della colonia illegale israeliana di Ma’ale Adumim. I leader israeliani hanno fatto richiesta da molto tempo di potersi allargare anche nella zona E1, ma hanno dovuto tornare sui propri passi a causa della opposizione internazionale nei confronti di tale richiesta. 

Durante il discorso tenuto al Knesset, riferendosi a Pence, Edelstein ha dichiarato: “Quando ci incontreremo nuovamente nel mio ufficio, le consegnerò un paniere colmo di prodotti provenienti da una delle zone industriali della Giudea o della Samaria [in Cisgiordania] dove gli ebrei e gli arabi lavorano insieme”. 

“Questo paniere rappresenta un’isola di pace, che prospera nonostante tutte le bugie, nonostante tutte le istigazioni. Ciò di cui abbiamo più bisogno è una quantità sempre maggiore di questi prodotti e di altre zone manifatturiere per confermare che la guerra non è un destino già scritto e che vivere insieme è una possibilità concreta”.

(Fonte: Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it )

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