venerdì, Marzo 29, 2024

Come essere un buon africano

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Mi piace pensare di essere un buon africano. O quanto meno che, avendo visitato una decina di paesi tra l’Africa e l’Europa, posso dire la mia su ciò che significa essere un buon africano.

Vi leggo negli occhi la domanda: come ho fatto a viaggiare in tanti paesi in così breve tempo? La domanda è legittima. Non ho pagato nessuno. Non ho un’agenzia di viaggi che mi garantisce i visti. Non ho contatti speciali. È solo che un giorno ho deciso di smetterla di essere un africano comune, e diventare un bravo africano.

Un africano comune resta confinato nel suo paese o nella sua regione come un pulcino in un uovo che non si schiude mai. Un africano comune o – dio non voglia – un cattivo africano, non vedrà mai un altro paese al di fuori della sua regione, se non raggiungendolo illegalmente, su una barca o attraversando qualche deserto. Le probabilità di sopravvivere sono più o meno le stesse di quelle che avete voi di ricevere dei soldi da un principe nigeriano. Visto che sono scarse, ingoiate l’orgoglio e statemi a sentire. Ecco i consigli per essere un buon africano. 

Un buon africano sa stare al suo posto

Non fraintendetemi. Saper stare al proprio posto significa semplicemente capire come stanno le cose.
Sai che l’unico posto a cui appartieni – a meno che tu non faccia parte di una minoranza indesiderata o sia in pericolo – è proprio il tuo paese. Se sei un professionista con delle competenze, poi, non vorrai certo essere un traditore e desidererai solo vivere nel paese in cui sei nato. Sii coscienzioso. Non aggravare la fuga di cervelli.
Rispetta i bravi uomini e le brave donne che hanno lavorato al processo di Khartoum, che regola le migrazioni, e resta in Africa. Di certo gli europei non stanno sprecando tempo ed energie con i tuoi leader per fermare il flusso di persone dirette in Europa senza motivo.
Nessuno ti sta dicendo che non devi viaggiare, ma saper stare al tuo posto significa capire che per viaggiare ti serve un motivo importante. Non sei un americano o un europeo che, finita la scuola, decide: “Voglio vedere il mondo” e prenota online un biglietto aereo.
Questa è la regola più importante di tutte, e la vedrai spuntare fuori di continuo a mano a mano che proseguiamo.

Un buon africano sa che “migrazione” è una parola sporca

Migrazione è una parola davvero sporca. La migrazione provoca instabilità. Nessun buon africano assennato se ne uscirebbe con il desiderio di volersi trasferire in un altro continente.
So che americani ed europei lo fanno, ma è soprattutto per aiutare altre persone. Chi aiuterai se decidessi di abbandonare il tuo paese? Che valore aggiunto saresti per l’Europa o l’America?
Perché dovrebbe bastarti vedere un paese stabile per decidere di trasferirti lì? Un buon africano non permette alle cose di questo mondo di influenzare le sue scelte di vita.
Lo so, lo so. Stai pensando che sei un professionista e che non saresti un peso, che vuoi solo esercitare il tuo diritto al movimento e bla bla bla. Un buon africano non desidera quei diritti. Sapersi accontentare è una virtù. E un buon africano è virtuoso.

Un buon africano non si lamenta delle scartoffie

Un buon africano non chiede perché gli viene richiesto di esibire un certo documento o firmare un certo documento. Lo esibisce senza lamentarsi.
Un buon africano dice la verità e non aggrotta la fronte quando risponde alle domande: “Fai parte di un’organizzazione terroristica?”, “Hai mai torturato qualcuno?”, “Hai intenzione di venire nel nostro bellissimo paese per prostituirti?”, “Sei mai stato coinvolto nel traffico di esseri umani?”, o “Pensi di prendere parte ad attività di spionaggio mentre sarai nel nostro bellissimo paese?”.

Un buon africano non desidera persone diverse da lui

Giusto per essere chiari, non tutti gli amori sono uguali. Alcuni sono normali, altri hanno conseguenze gravi.
Questi ultimi possono creare un mucchio di scartoffie che, a loro volta, possono intaccare radicalmente la tua capacità di viaggiare, mettendo così in pericolo la verifica a cui devono sottoporsi i buoni africani. Non desiderare questa situazione estrema.
Non sto dicendo che vuoi inscenare un finto matrimonio. So che credi nell’amore e tutto il resto. Sto dicendo solo che non dovresti correre il rischio di essere associato a persone cattive. E poi, non potresti sposare una buona africana?

Un buon africano non cerca di vivere in un altro posto

In quanto buon africano, devi fornire una prova del fatto di non aver intenzione di restare in un paese neanche un minuto in più rispetto a quanto specificato sul tuo visto. Un modo per farlo è assicurarti di avere sempre con te un biglietto di ritorno.
Non essere orgoglioso. Non sei un americano o un europeo che può semplicemente viaggiare e decidere quando vuole tornare a casa.
Non sapere di preciso come e quando tornerai è un male e indica che sei uno di quei pericolosi africani che si dileguano una volta atterrati in Europa o in America, e cercano di restarci per sempre, rovinando un paese la cui perfezione è costata tanto tempo ed energia.

Un buon africano non vuole che gli altri africani rovinino le opportunità dei buoni africani

Devi inveire spesso contro quei cattivi africani che si introducono clandestinamente a bordo di imbarcazioni o attraversano i deserti e rovinano le cose a gente come te. Fai regolarmente riferimento al processo di Khartoum. Scrivi contro gli africani che ti rovinano la reputazione.
Le ambasciate dovrebbero sapere che gli africani pericolosi che cercano di mettere radici in altri paesi non ti rappresentano.
Ogni tanto ripeti che gli africani che sono riusciti a stabilirsi all’estero dovrebbero tornare a casa e smetterla di mettere in imbarazzo tutti noi buoni africani che abbiamo bisogno di viaggiare per tenere conferenze, studiare, curarci o per brevi vacanze.

Un buon africano torna sempre a casa

Nessuno può leggerti nel pensiero. Devi dimostrare che tornerai a casa, giurando di avere stretti legami familiari ed economici con il paese a cui appartieni per la vita.
È meglio se hai una moglie e molti figli, che non abbandoneresti perché sei un figlio di dio. E un bel conto in banca che dimostra che non sei povero.
A volte però tornare a casa non basta. A seconda del paese in cui sei stato, potresti dover scrivere alla gentile ambasciata che ti ha concesso il privilegio di visitare il loro paese e dire che, come hai giurato sin dall’inizio, sei davvero tornato a casa, evitando ogni tentazione che potrebbe venire dai cattivi africani all’estero.
La tentazione è stata forte, ma tu avevi dato la tua parola. E la parola di un buon africano è la sua catena.
(Elnathan John, The Africa Report, Francia, 13 marzo 2018, traduzione per l’Internazionale di Giusy Muzzopappa)
 
Questo articolo è stato pubblicato da The Africa Report.

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