sabato, Aprile 20, 2024

… l’Africa che non ci serve! (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
Inizialmente letto l’articolo sulle dichiarazioni del porporato africano, volevo lasciare perdere… 
Poi ho riflettuto bene e pensato che è a lasciare sempre “correre” che si dà spazio e potere a questi soggetti e al codazzo di “profeti di sventura” che affollano il web e, purtroppo, anche le nostre comunità.
 
Allora avrei io delle domande per John Onaiyekan:
 
1) Lei conosce così bene la situazione storica, politica, sociale ed economica d’Europa per poter esprimere un  giudizio tanto “tranchant”?
 
2) Il Signore ci invita ad essere misericordiosi e a comprendere le fatiche altrui, sapendoci mettere nei panni degli altri… “Non giudicate, e non sarete giudicati” (Lc 6, 37).
Le chiedo: Lei crede veramente che, dopo tutto ciò che è (purtroppo) successo e (per fortuna) emerso sulla Chiesa cattolica negli ultimi anni (soprattutto sui suoi confratelli della gerarchia ecclesiastica), la gente si sia allontanata per colpa dei comportamenti “lassisti” e accoglienti verso omosessuali e risposati?
… ci pensi bene prima di rispondere: è un consiglio!
 
3) Le voglio dire inoltre che la “favoletta” delle chiese africane piene (accostando due realtà radicalmente diverse come Europa e Africa come se nulla fosse) è ridicola e ha stufato…
Mi piacerebbe che spiegasse a me, “decadente” europeo, perché quando si visita il continente africano (Nigeria compresa!) si vedono un sacco di fedeli e di preti, di suore e di vescovi, ma se si va tra gli ultimi degli ultimi, nelle zone più povere l’aspetto “cromatico” cambia radicalmente… e con i poveri si trovano sempre missionari/e europei? 
Le vostre sono chiese giovani ed esuberanti, questo è molto bello!, ma forse devono fare ancora un po’ di strada, di cammino di conversione…
E poi non ci vorrà anche lei raccontare la leggenda (diffusa anche tra politici africani e fondamentalisti religiosi assortiti…) secondo la quale l’omosessualità è un “vizio” portato dagli europei… 
 
4) Forse non avrà fatto confusione caro monsignore? Forse non è che noi (cattolici) in Europa (e nel mondo) ci siamo talmente concentrati su chi è “degno” e chi no, da non renderci conto che abbiamo svuotato le chiese?
 
don Paolo Zambaldi
 
“Chiesa europea fissata su divorziati e gay, non su chiese vuote”
Il cardinale nigeriano John Onaiyekan ha detto di essere “stupito” nel vedere la chiesa occidentale più fissata su divorziati “risposati” e nello sdoganare gli omosessuali che non sul problema più grande delle chiese vuote.

In un’intervista del 2 marzo scorso all’ORF (Österreichischer Rundfunk), il porporato africano – che è arcivescovo di Abuja, Nigeria – si è detto “stupito che questi siano i temi su cui le persone in Europa sono più preoccupate”.

“L’Europa dovrebbe essere più preoccupata per il triste fatto che le chiese stanno diventando sempre più vuote e che molte persone non vengono più”.
Mentre l’Europa è sempre più laica, la Chiesa cattolica in Nigeria sta crescendo.


Per quanto riguarda la questione della pratica dell’omosessualità, il cardinale ha affermato che esiste un consenso forte tra cristiani e musulmani nel suo paese. Onaiyekan ha spiegato che l’omosessualità è rifiutata in molti paesi africani, inclusa la Nigeria, ed è persino legalmente proibita.

La Chiesa non dovrebbe “demonizzare” le persone omosessuali, aggiunge, ma la dottrina della Chiesa è molto chiara in questa materia, “e deviare da essa non è un’opzione”. Il cardinale ha anche insistito sul fatto che non è un segno di arretratezza quando la Chiesa cattolica in Africa rifiuta di “approvare” l’omosessualità.

L’accettazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso in Europa e nel Nord Africa non è “progresso”, ha affermato. Quando si tocca la controversia riguardante Amoris Laetitia e soprattutto i divorziati “risposati” e il loro possibile accesso ai Sacramenti, il cardinale nigeriano ha detto che spiega a tali coppie che, mentre non possono ricevere la Santa Comunione, sono comunque incoraggiati a venire regolarmente a Chiesa.

“Io dico loro: Non sei escluso”. Onaiyekan ammette che a volte è difficile per lui tenere alcune di queste coppie lontano dai Sacramenti, specialmente quando uno dei coniugi è stato semplicemente abbandonato. “Spesso, non possiamo raggiungere le persone con i nostri ideali, ma questa non è una ragione per cui la Chiesa li butta in mare”, ha detto.

(Il Timone, 14 marzo 2018)

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