venerdì, Marzo 29, 2024

Filiere. Dietro l’etichetta… delle arance

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
Agromafia e caporalato, grave sfruttamento in agricoltura, migranti schiavi nei campi, ghetti. Ma esattamente di cosa stiamo parlando? Il tema è l’”emergenza migranti” o il modo di produrre dell’agricoltura contemporanea?
Il progetto “Filiere” vuole spostare l’attenzione dall’effetto – i migranti sfruttati – alla causa: una filiera iniqua dominata dalla grande distribuzione 

Lo sfruttamento

Ormai da trent’anni l’agricoltura italiana è macchiata dal grave sfruttamento di lavoratori migranti e italiani. Non c’è solo caporalato. Gravi violazioni dei diritti umani si compiono ai danni di donne e figure vulnerabili

Filiera dell’arancia: Rosarno – Prodotto e territorio

Arance e violenza

Dai primi anni ’90, i braccianti stranieri convergono sempre più numerosi nella Piana di Gioia Tauro per la raccolta degli arance.
Sono vittime di grave sfruttamento, della durezza delle condizioni abitative e spesso di violenza mafiosa.
Mentre i produttori lamentano la crisi dell’agricoltura, i braccianti ricattabili sono l’anello debole su cui scaricare i disagi del territorio.

Cronologia


  • 1990 – I primi polacchi arrivano nella Piana
  • 1999 – In una lettera al sindaco Lavorato, i migranti denunciano le violenze subite
  • 2000 – Oltre 1000 persone vivono in condizioni drammatiche nella “Cartiera”, una fabbrica abbandonata
  • 2006 – L’inviata del Guardian denuncia una situazione che in Italia nessuno ancora conosce
  • 2007 – Continuano le violenze ai danni dei migranti
  • 12 dicembre 2008 – I migranti africani denunciano un uomo che ha sparato contro di loro
  • 4 gennaio 2010 – Rivolta dei migranti contro lo sfruttamento e la violenza mafiosa
  • 2011 – Tra campi container e tendopoli, si susseguono le soluzioni emergenziali
  • 2013-2014-2015 – Intorno alle tendopoli crescono accampamenti di baracche e insediamenti informali
  • Gennaio 2018 – Un grave incendio devasta la baraccopoli. Becky Moses, cittadina nigeriana di 26 anni, muore tra le fiamme.

Cosa non va: Rosarno / Le criticità

  • Grave sfruttamento I braccianti sono pagati 25 euro a giornata oppure 0.50/1 euro a cassetta raccolta
  • Condizioni abitative degradanti Oltre 2000 persone vivono accampati, non è stato mai avviato un progetto complessivo di mediazione abitativa
  • Violenza mafiosa A più riprese, fino a qualche anno fa, i migranti sono state vittime di aggressioni
  • Filiera mafiosa La criminalità organizzata controlla parte del mercato per speculare sui finanziamenti europei
  • Filiera ingiusta I produttori denunciano prezzi iniqui da parte dei compratori

Articolo precedente
Articolo successivo

Supporta Don Paolo Zambaldi con una donazione con PayPal.

Ultimi post

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dalla stessa categoria