venerdì, Aprile 19, 2024

Prima gli insulti, ora anche le minacce di morte. Sotto tiro don Biancalani e i suoi immigrati

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
* Foto [ritagliata] tratta dal video caricato da Tommaso Mori in occasione dell’omelia tenuta da don Massimo Biancalani domenica 27 agosto 2017, nella  parrocchia di S. Maria Maggiore a Vicofaro (PT). Immagine tratta da you tube 
 
39434 PISTOIA-ADISTA. «Caro prete di merda, ti vorrei mandare tutti sti sporchi negri a casa tua. Voi siete i nemici del popolo. E vi staneremo casa per casa. Ma stavolta non usiamo ne bastone ne olio. Stavolta useremo il fuoco direttamente». È il testo – errori di ortografia compresi – di una delle tante email recapitate nei giorni scorsi a don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro (Pistoia) che ospita circa ottanta giovani migranti africani nei locali della chiesa.

Non è una novità. Negli ultimi mesi don Biancalani ha ricevuto migliaia di insulti, soprattutto sul suo profilo Facebook, da chi non condivide il suo impegno per i migranti. Fra i tanti anche da parte dell’attuale vicepremier ministro degli Interni Matteo Salvini, che nell’agosto 2017 (quando era solo segretario della Lega), dopo che il prete di Vicofaro pubblicò una fotografia di alcuni ragazzi ospitati in parrocchia che facevano il bagno in piscina, scrisse (su Twitter) un post che diede la stura a centinaia di commenti che lo attaccavano e insultavano gli immigrati: «Questo Massimo Biancalani, prete anti-leghista, anti-fascista e anti-italiano, fa il parroco a Pistoia. Non è un fake! Buon bagnetto» (v. Adista Notizie n. 30/17).

Stavolta però si è andati oltre, passando dagli insulti alle minacce esplicite (che si aggiungono anche al pressing contro il parroco da parte di Forza Nuova e CasaPound: v. Adista Notizie nn. 41/17, 13 e 16/18). Che probabilmente non avranno seguito – anche perché l’episodio è stato denunciato – ma che rendono l’idea di un clima complessivo decisamente peggiorato, soprattutto da quando Salvini ha occupato la poltrona del Viminale, da dove alimenta e dirige campagne ed azioni anti-immigrati sempre più aggressive.

«Oltre a denunciare, rendo sempre pubblici gli insulti e, in questo caso, le minacce che ricevo. Alcuni lo scambiano per voglia di protagonismo; in realtà lo faccio sia per mostrare qual è il clima che si è creato in Italia attorno alla questione migranti, sia per difendere, tramite l’informazione, me stesso e i ragazzi che ospito», spiega ad Adista don Biancalani. «Ci sono anche settori di destra del mondo cattolico che non tollerano l’idea che nella Chiesa c’è chi non si limita a “fare la carità” ma si impegna per la giustizia. E questo nonostante le parole chiare di papa Francesco».

Tuttavia stai ricevendo anche attestati di sostegno e di solidarietà? 

«Certamente, da parte sia del mondo cattolico di base sia del mondo laico impegnato nel sociale. In ogni caso sono tranquillo. Vado avanti lungo una strada che mi sembra giusta ed evangelica».

Cosa ne pensi del clima che si respira in Italia e in Europa sulla questione migranti?

«Mi pare che siano saltati i riferimenti culturali e anche i dati di realtà, perché spesso si parla senza conoscere le situazioni. La maggior parte dei migranti che arriva in Italia vorrebbe proseguire verso il nord Europa, e molti ce la fanno a passare, nonostante le barriere. In questo senso mi pare che abbia ragione Macron: in Italia non c’è un’emergenza migranti. Ci sono difficoltà, ma non un’emergenza. Il fatto è che questi problemi vengono gestiti con una logica emergenziale. Invece sarebbe necessario un piano europeo complessivo, che affronti le questioni del primo arrivo, dei passaggi, delle seconde destinazioni. Ma si preferisce cavalcare la paura».

E la Chiesa? 

«Di fronte a quello che sta succedendo in queste settimane, a cominciare dalle navi delle Ong bloccate nel Mediterraneo, mi aspettavo da parte della Conferenza episcopale italiana e dei vescovi qualche parola forte che invece non c’è stata, se non da parte di pochi. Ma di fronte alla disumanità non si può continuare a tacere».
(Luca Kocci, Adista Notizie n° 25 del 07/07/2018)

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