martedì, Aprile 16, 2024

La costruzione di insediamenti illegali israeliani è più che raddoppiata nel 2018

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
MEMOI tassi di costruzione degli insediamenti illegali israeliani nella Cisgiordania occupata sono più che raddoppiati nel secondo trimestre del 2018.
 
Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio centrale di statistica (Cbs) israeliano, Israele ha iniziato a costruire 794 nuove abitazioni nella Cisgiordania occupata nel secondo trimestre del 2018. Questa cifra è più che doppia rispetto a quella del primo trimestre, quando è iniziata la costruzione di 279 nuove abitazioni. La cifra di quest’anno è anche superiore a quella dello stesso periodo del 2017, a dimostrazione di un aumento del ritmo degli insediamenti illegali israeliani sul Territorio palestinese.

Questo aumento anno dopo anno degli insediamenti illegali di Israele è inoltre significativo se si considera la diminuzione delle costruzioni in molte aree della Linea Verde di Israele. I tassi di costruzione sono diminuiti sia nel nord e nel sud di Israele, sia a Haifa rispetto allo stesso periodo del 2017. A sua volta, Gerusalemme ha visto un aumento delle costruzioni, nonostante ai palestinesi gerosolimitani vengano regolarmente negati i permessi di edificazione nelle aree palestinesi della città.

Sebbene gli insediamenti siano stati designati come “questione dello status finale” nel 1992, nell’ambito degli Accordi di Oslo, Israele ha perseguito una costante politica di insediamento della Cisgiordania occupata nei 25 anni successivi. Secondo i dati della Ong Peace Now, nel 1992 c’erano circa 105.000 coloni israeliani illegali. Entro il 2017 Peace Now ha stimato una presenza di oltre 413.000 coloni israeliani illegali, una crescita quasi quadrupla.

A settembre le Nazioni Unite hanno inveito contro Israele per non aver fatto nulla per fermare la costruzione degli insediamenti. Intervenendo a una riunione del Consiglio di sicurezza, il coordinatore speciale per il Medio Oriente Nickolay Mladenov ha spiegato che 2.800 unità abitative nella West Bank sono state recentemente approvate dal governo israeliano e ha sottolineato che “tutte le attività di insediamento sono una violazione del diritto internazionale”.

A settembre è emerso che Israele ha approvato progetti per la costruzione di 220 unità di insediamento illegali nel quartiere di Jabal Al-Mukabbir, nella Gerusalemme est occupata. La costruzione delle unità dovrebbe iniziare nei prossimi mesi e sarà parte del piano di espansione per l’insediamento di Nof Tzion, situato accanto a Jabal Al-Mukabbir. L’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem ha stimato per il 2017 una presenza di 208 mila coloni israeliani nella municipalità di Gerusalemme, cifra con molte probabilità ulteriormente aumentata da allora.

Ad agosto sono stati rivelati i piani di Israele per l’espansione dell’insediamento Amichai, situato a nord di Ramallah. L’espansione avrebbe lo scopo di incorporare l’adiacente avamposto di Adei Ad, il luogo di Amiram Ben-Uriel – l’estremista colono israeliano responsabile dell’attacco doloso contro la famiglia Dawabsheh nel 2015. L’attacco ha ucciso tre membri della famiglia nella loro casa a Duma, tra cui il piccolo Ali, di 18 mesi, e ha reso orfano suo fratello Ahmed. I palestinesi che vivono vicino ad Amichai sostengono che qualsiasi ulteriore espansione dell’insediamento illegale impedirà loro l’accesso ai terreni agricoli di cui sono proprietari. Il loro legale rappresentante, Shlomi Zecharia della Ong Yesh Din, ha criticato la politica di insediamento di Israele, affermando: “Gli abitanti dei villaggi nei pressi dell’avamposto sono diventati ostaggio della politica che elargisce premi e regali ai criminali ideologici”.

Sebbene Israele distingua tra insediamenti e avamposti, che non hanno un riconoscimento ufficiale da parte del governo, entrambi sono ritenuti illegali dal diritto internazionale che vieta il trasferimento di popolazioni civili in un territorio occupato.
(InfoPal news agency, 04/10/2018)

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