giovedì, Marzo 28, 2024

Lettura popolare della Bibbia: è iniziato un nuovo cammino con un gruppo a Bolzano

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Condivido con tutti i testi che abbiamo meditato:

LA LETTURA POPOLARE DELLA BIBBIA

Cos’è?

La lettura popolare è un metodo di approccio al testo biblico in cui la vita e la Bibbia sono al centro, in un circolo virtuoso in cui sono in relazione e si rimandano a vicenda, lasciando che la Bibbia parli a ciascuno e attraverso ciascuno. È un processo di lettura biblica comunitaria che avviene in un contesto di gruppo (non troppo numeroso), e tende a “democratizzare i saperi” rendendo la Parola di Dio accessibile a tutti: la lettura popolare mira infatti a coinvolgere tutti senza distinzioni di censo, sesso, età o scolarizzazione; la figura di chi anima il gruppo non è secondaria, ma come tutti gli altri partecipanti anche i facilitatori si mettono in ascolto del testo. L’accoglienza e l’ascolto reciproco sono fondamentali: tutti hanno da imparare e hanno di che condividere. È un metodo particolarmente adatto alla formazione laicale, perché permette di entrare nella vita e crescere nella dimensione spirituale, relazionale, sociale, politica.

Da dove viene?

Questo metodo di lettura è nato in Brasile, prendendo forma all’interno delle CEBs (Comunità Ecclesiali di Base) fin dagli anni ’60, sotto la guida di figure come quella del teologo Carlos Mesters. La Bibbia divenne il primo “strumento formativo” dei poveri, in una lettura intesa come cammino di libertà, vissuta in un clima di familiarità e conoscenza reciproca, cercando di essere fedeli a ciò che del testo biblico si scopriva illuminante per la propria vita. “La preoccupazione principale del popolo non è interpretare la Bibbia, ma interpretare la vita con l’aiuto della Bibbia”, ricordava Mesters, mentre una signora brasiliana sintetizza così la sua esperienza: “La Parola di Dio mi ha ridato la parola, ora non ho più paura di parlare!”. Il testo biblico, letto e meditato insieme, diviene davvero protagonista dell’azione di trasformazione della comunità.

Il triangolo ermeneutico: a partire dalla vita, alla luce della Parola, dentro una comunità

Secondo il “grande maestro di lettura biblica popolare” Carlos Mesters, frate domenicano, biblista e fondatore del Centro di studi biblici (Cebi) in Brasile, è Gesù stesso ad offrire, nel suo incontro con i discepoli di Emmaus, un metodo per leggere la Scrittura, articolato sui tre elementi della realtà del popolo, del testo e della comunità di fede.

La lettura popolare della Bibbia, infatti, ruota attorno a quattro parole chiave: Vita, Comunità, Società e Bibbia,

Abbiamo allora questo schema:

Vita: è il quotidiano, la vita di tutti i giorni, con le gioie e le tristezze che siamo chiamati e chiamate a condividere.

Società/realtà: È/Sono il/i luogo/luoghi della nostra testimonianza, dove tutti noi siamo chiamati a dare testimonianza, a partecipare alla costruzione del Regno e alla salvaguardia del creato.

Comunità: sono i processi relazionali di liberazione che diventano luoghi dove nascono le narrazioni delle nostre vite e dove, in passato, sono nati anche i racconti della Bibbia. Sono queste narrazioni comunitarie che ci fanno dire, nella fede che è pratica, “anche noi siamo il tuo popolo, Signore, nei cammini personali e comunitari di liberazione!”.

Bibbia: la lettura e l’interpretazione comunitaria illuminano la nostra vita affinché questa, la vita, sia fin da oggi vita in abbondanza! La relazione che si costruisce con la democratizzazione della Parola, nell’ascolto attivo e coscientizzato della realtà, in comunità, attraverso l’educazione popolare e la lettura della Bibbia, produce la lettura popolare della Bibbia.

Questi elementi devono essere compresenti e in relazione uno con l’altro. Se manca la vita si rischia una lettura fondamentalista; se manca la comunità si cade nell’individualismo; senza la Bibbia si rischia una lettura ideologica della vita; senza valutare criticamente la società in cui viviamo la testimonianza non sarebbe possibile.

Il circolo/gruppo biblico come esperienza relazionale

Il circolo biblico è innanzitutto un’esperienza relazionale. Quando siamo in una posizione circolare tutti e tutte ci possiamo guardare in volto. Tutti e tutte siamo nella situazione di chi può parlare e di chi può ascoltare. Il circolo aiuta a creare un processo di democratizzazione della Parola e delle parole. In un circolo tutti ci mettiamo in gioco, nessuno è così ricco da non poter ricevere nulla, né così povero da non poter dare nulla!

Inoltre in un circolo tutti e tutte abbiamo la stessa distanza dal centro, dalla vita, da Gesù!

Un circolo biblico è un piccolo gruppo di persone che si incontra nella condivisione di Vita e Bibbia, con l’obbiettivo di migliorare le relazioni e di fare in modo che la vita sia sempre più vera, bella e abbondante.

Ora andremo ad analizzare alcuni passi, una sorta di “traccia”: sono passi possibili, non tutti obbligatori ad ogni incontro… ma è utile tenerli presenti.

  • 1) Canto: La Bibbia così come la Vita prima di essere narrate sono state vissute, cantate, raccontate. Cantare è un momento importante per prendere respiro, magari con un mantra o un canto che calma il cuore dopo una giornata di fatica e di lavoro. È un modo semplice per mettere i cuori in uno stesso ritmo e iniziare a collegarci, a fare comunità attorno alla Vita e alla Bibbia.
  • 2) Siamo qui perché: Non è una cosa banale, anzi, nella forma interrogativa questa frase dobbiamo averla sempre dinnanzi agli occhi e alla coscienza. Troppo spesso nelle nostre comunità e gruppi si va avanti per inerzia o per abitudine (“Abbiamo sempre fatto così” …). Entrambe questi concetti (inerzia e abitudine) sono la morte della Vita e della Fede, sicuramente di quella biblica (lasciamo a casa i devozionismi!). Nel domandare conto a se stessi del perché della nostra presenza, ciascuno può dire il proprio nome, la propria identità, e ripetere il nome dell’altro/a per mettersi in gioco.

Possiamo ad esempio decidere un piccolo rito d’inizio, una preghiera, mettere in comune delle intenzioni/aspettative… senza paura di essere giudicati, senza giudicare, senza ansie o paure, senza obblighi di rendimento…

Ricordiamo sempre che il cammino che porta a Dio passa attraverso l’esperienza del domandare, del condividere e del mendicare.

  • 3) La prima Parola è la Vita: Non userò quella terribile e sconveniente metafora che va tanto di moda nelle Chiese e in gruppi vari: quella della famiglia! Nessuno di noi è il padre, o la madre, o figlio/a… Noi siamo qualcosa di diverso, un gruppo di persone in cammino, forse col tempo una piccola comunità… abbiamo vissuti diversi, capacità, competenze, limiti diversi. Ma come comunità cristiana radunata attorno alla Parola vogliamo liberamente mettere in comune le nostre esperienze, il nostro vissuto, per usare le parole di papa Giovanni XXIII “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.” (Gaudium et Spes n1).

Quali fatiche o gioie per cui pregare? Mettere un pezzo di Vita in un cammino comunitario, fare condivisione, vuol dire consegnare la nostra esistenza, nella sua semplice quotidianità, nelle mani del Signore.

  • 4) Accogliamo il testo della Bibbia: Dopo aver supportato nell’ascolto la condivisione di Vita, ci prepariamo ad ascoltare e ad accogliere la Parola di Dio che incontriamo nel testo biblico.
  • 5) Leggere e rileggere il testo: Leggiamo con calma il testo. ci prendiamo il tempo che serve, senza fretta. Se necessario lo rileggiamo. Dopo la lettura seguirà un momento di silenzio, di raccoglimento durante il quale ognuno può rileggere per conto suo il testo, o alcuni passaggi su cui si desidera tornare
  • 6) Ri-raccontare con le nostre parole: in questo modo, piano piano, ci appropriamo del testo, ci immergiamo in esso, impariamo ad “abitarlo” in modo diverso.
  • 7) Personaggi:cosa dicono?  Quando? perché? Cosa non dicono? quali silenzi? ma anche, chi è stato silenziato?
  • 8) Quali situazioni:in che contesto, in quale ambiente, le persone vivono nel testo
  • 9) Come agisce Dio-Gesù:come si comporta, quali azioni, quali parole, che gesti significativi in questo testo?
  • 10) Che cosa ci insegna: Che cosa dice a noi oggi Questo testo? Nella nostra realtà, nella nostra vita, nella nostra realtà socio economica, nei tanti diversi contesti in cui il Signore ci chiama a dare testimonianza della nostra fede…
  • 11) Facciamo preghiera: portiamo con noi il testo nella nostra preghiera, nella meditazione… non ricercando facili consolazioni, spiritualismi assurdi, senza miracolismi… La preghiera è una cosa seria! Allora non cerchiamo di dire o fare cose straordinarie, ma proviamo a vivere in modo “straordinario” l’ordinario.
  • 12) Un impegno concreto:un impegno cioè da prendere prima di tutto con se stessi e con Dio (se uno vuole e crede lo può condividere con il gruppo ma non è mai obbligato!).
  • 13) Preghiera finale.

Lo spazio: Perché il cerchio?

Questa disposizione costruisce anche fisicamente uno spazio di condivisione tra persone con la stessa dignità battesimale che si guardano negli occhi… Sarebbe bello disporre uno spazio centrale in cui collocare una Bibbia aperta, una candela da accendere con una preghiera allo Spirito, una bella pagnotta di pane da condividere nella preghiera finale dell’incontro.

Un ulteriore riflessione può nascere dalla lettura di Lc 24,13- 35:

13d ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. 19Domandò loro: “Che cosa?”. Gli risposero: “Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”. 25Disse loro: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”. 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!”. 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

(Pausa di silenzio/riflessione)

Dalla lettura di questo testo emergono sei passaggi che possono illuminare la nostra lettura biblica.

  1. La prima Parola di Dio: la Vita

I discepoli di Emmaus, probabilmente Cleofa e Maria, stavano rientrando da Gerusalemme verso Emmaus rattristati dopo la morte di Gesù (Profeta “fallito”?).

Lungo la strada un forestiero gli avvicinò, cominciò a camminare con loro, sì informò sulla loro vita, sul perché della loro tristezza. il primo passo che siamo chiamati a fare Come facilitatori o facilitatrici di processi di liberazione, è quello di essere alla sequela di Cristo per imitarlo: la prima cosa chi Gesù fa con Maria e Cleofa è avvicinarsi e camminare con loro, ascoltarli, domandare circa la loro tristezza, condividere le difficoltà. Camminare insieme in condivisione di vita. Chi vuole leggere la Bibbia, per ascoltare la Parola di Dio, deve sapere che la prima è più importante Parola di Dio è la vita delle persone, Soprattutto quella delle persone più impoverite, escluse ed emarginate.

Chiediamoci: Abbiamo avuto la pazienza di camminare insieme?

  1. Insistere nell’ascoltare la Vita

Maria e Cleofa non hanno risposto subito alle domande di questo straniero così particolare. Erano delusi, spaventati e scoraggiati. Gesù insiste nel domandare. Gesù insiste, parola che deriva dal latino e significa “vivere dentro”. Gesù vive la Fede e la spiritualità, per questo ha il coraggio necessario per ascoltare la vita sofferta della gente. Possiamo aprire la Bibbia quando la nostra vita conosce e ama la vita dei bambini e degli adolescenti, delle famiglie, dei vicini, della comunità, ma anche poi di chi è lontano, povero, solo, umiliato… Sei una persona che facilita processi di lettura popolare della Bibbia: nessun momento è perso se lo usi per ascoltare, condividere, animare la vita delle nostre comunità.

Chiediamoci: Nelle nostre relazioni quotidiane, quanto tempo mettiamo a disposizione per ascoltare e condividere la vita?

  1. La Parola di Dio nella Bibbia

Per rimanere, cioè ridare anima, sogni e speranza, ai due discepoli in cammino verso Emmaus, Gesù racconta i testi della Bibbia da Mosè fino ai profeti. Gesù ha forse raccontato tutti i testi scritti nella Bibbia di quel tempo? Ha forse aperto la Bibbia a caso e letto un testo qualsiasi? Gesù ascoltando la vita dei due, dopo averne condiviso i dubbi e le difficoltà, ha scelto testi che potessero parlare alla loro anima. Facilitatore, facilitatrice, Lo scopo della lettura e interpretazione della Bibbia, non è solo il senso del testo in sè e per sè, ma il suo significato per noi oggi. Noi non leggiamo la Bibbia per cercare informazioni sul passato, ma per chiarire il presente alla luce della presenza del “Dio con noi”, interpretare la vita con l’aiuto della Bibbia.

Chiediamoci: Quali sono i testi della Bibbia che animano il cammino della comunità/popolo a cui appartengo?

  1. Bibbia libro fatto “in gruppo”

Il Vangelo di Luca si dice che ascoltando i testi della Sacra Scrittura, raccontati da Gesù, il cuore di Cleofa e Maria cominciò ad ardere. É la Parola che restituisce la Vita.  i cuori si scaldano, tutto cambia, tutto è radicalmente diverso…

La vita di molte persone si è mescolata con la vita della coppia di discepoli. I due hanno intuito che molti uomini e donne hanno vissuto il progetto di Dio prima di loro. Non erano soli nel progetto di costruzione del Regno.

Bisogna tenere sempre ben presente che questo vale anche per noi!

Chiediamoci: sappiamo condividere in comunità la riflessione della Bibbia o solamente alcuni/alcune più “istruiti/e”/formati/privilegiati prendono la parola?

  1. Riconoscere Gesù nella condivisione

Il testo del Vangelo di Luca ci dice che la Bibbia da sola non aiuta a riconoscere Gesù… Dobbiamo imparare allora a condividere, vivendo in comunità (Lc 24, 28-32). Lo spazio delle comunità è luogo di ascolto della Parola, della pratica della condivisione, della celebrazione dell’impegno in favore della vita (non in senso fondamentalista ma più ampio che coinvolga tanti aspetti diversi dell’esperienza umana…). La condivisione comunitaria, l’impegno per la costruzione di un mondo solidale, di un sentire comune con i piccoli e gli ultimi, con le persone, nelle periferie esistenziali della storia, con la terra, l’aria, l’acqua… Ci portano l’esperienza di Gesù- Emanuele- Dio con noi. Questo è il cammino per riconoscere Gesù risorto in mezzo a noi!

Chiediamoci: La lettura della Bibbia in gruppo ci aiuta ad essere persone aperte alla condivisione, alla giustizia, all’impegno per un mondo migliore?

In quella stessa ora, si alzarono

Alzarsi e mettersi in cammino, in missione, in difesa degli uomini e delle donne che il Signore ci ha consegnato come fratelli e sorelle, soprattutto dove essi sono più minacciati e precari.  Alzarsi per la missione, per tornare alla Gerusalemme della nostra vita, le nostre comunità…  E annunciare l’unico annuncio fondamentale: il Signore Gesù è risorto. Fratello mio sorella mia, questo è l’obiettivo fondamentale per cui ogni giorno apriamo la Bibbia. In essa incontriamo forza per il nostro cammino in difesa della prima è più importante Parola di Dio: la vita! La Parola di Dio fa sorridere, fa cantare, fa brillare, esalta i sogni del popolo. Perché Gesù è risuscitato e continua a camminare con noi!

Chiediamoci: La lettura condivisa della vita e della Bibbia ci porta ad uscire verso la missione che è diventare popolo nella costruzione di società e Chiese non fondate sull’arroganza del potere? Come questo accade nella nostra realtà? Con quali pratiche concrete? Come celebriamo la nostra vita nella vita di Gesù Risorto?

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