mercoledì, Aprile 24, 2024

Le domande più frequenti dei cattolici sull’omosessualità (n. 7)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

7. L’omosessualità può essere curata?

Se non è una malattia, come può esserci una cura? La terapia ‘riparativa’ dell’omosessualità è ampiamente condannata dalle organizzazioni professionali, scientifiche e mediche. La terapia ‘riparativa’ può causare danni psicologici. Se l’omosessualità non è una malattia, o un disordine psicologico, non può essere “curata”.
C’è bisogno di qualche chiarimento. Qui parliamo di omosessualità definitiva, un orientamento che è una dimensione profondamente incarnata nella dimensione della personalità di ciascuno – data, non scelta. Non stiamo parlando di sentimenti omosessuali transitori che possono nascere per una serie di ragioni.

Come spiega fra’ Robert Nugent: “Dobbiamo anche essere consapevoli che i comportamenti omosessuali, specialmente nella prepubescenza e durante gli anni adolescenziali, non indicano necessariamente un’orientamento omosessuale. L’attività omosessuale può essere frutto di numerosi fattori e motivi, inclusi curiosità, sperimentazione, ansietà temporanea riguardo alle relazioni con l’altro sesso o può essere parte della ricerca della propria identità sessuale. Solitamente la si chiama omosessualità ‘temporanea’ o ‘situazionale’ e non dura se la persona non ha un orientamento gay”. [Robert Nugent. “Homosexuality and the Hurting Family,” America, February 28, 1991.]

La terapia che vuol cambiare l’orientamento omosessuale si definisce in varie maniere, tra cui riparativa e di conversione. Ci sono organizzazioni che dicono di avere la possibilità di cambiare l’orientamento – tramite la terapia o la preghiera. Se poniamo che sia possibile, sorge una domanda inevitabile: “si può cambiare anche l’orientamento da eterosessuale a omosessuale?”.

L’American Psychiatric Association dichiara: “Non ci sono studi pubblicati che confermino l’evidenza scientifica dell’efficacia delle terapie riparative come trattamento in grado di cambiare l’orientamento sessuale. Non c’è evidenza che alcun trattamento possa cambiare dei profondi sentimenti omosessuali. L’esperienza clinica suggerisce che le persone che cercano tali terapie potrebbero farlo a causa del biasimo sociale e di un’omofobia interiorizzata. Gay e lesbiche che hanno accettato positivamente il proprio orientamento sessuale sono più integrati ed equilibrati di quelli che non l’hanno fatto”. [The American Psychiatric Association, Fact Sheet, “Gay and Lesbian Issues,” July, 1994.]

In una risoluzione collegiale del 1998, l’associazione ha emanato questa dichiarazione: “I potenziali rischi delle ‘terapie riparative’ sono grandi, e includono depressione, ansia e comportamenti autodistruttivi…” [The American Psychiatric Association, “Board of Trustees Resolution,” December, 1998] L’associazione ha ripetuto la sua condanna nel febbraio 2000, forte di ulteriori studi. [The American Psychiatric Association, Fact Sheet, “Homosexual and Bisexual Issues,” February 5, 2000, Document #6108.]

L’American Psychological Association concorda che non ci sono evidenze scientifiche che supportino l’efficacia di qualunque terapia nel tentativo di ‘convertire’ omosessuali in eterosessuali. Il direttore esecutivo dell’associazione, il dottor Raymond Fowler, dichiara: “I gruppi che cercano di cambiare l’orientamento delle persone tramite le cosiddette terapie di conversione sono stati fuorviati e corrono il rischio di causare parecchi danni psicologici a coloro che dicono di voler aiutare”. [Dr. Raymond Fowler. The American Psychological Association.]

L’American Academy of Pediatrics dichiara: “I problemi psicologici degli adolescenti omosessuali sono in primo luogo il risultato dello stigma sociale, dell’ostilità, dell’odio e dell’isolamento… Una terapia diretta specificatamente a cambiare l’orientamento sessuale è controindicata, dal momento che può provocare un senso di colpevolezza e di ansietà, mentre ha un potenziale praticamente nullo per quel che riguarda il cambiamento dell’orientamento”. [The American Academy of Pediatrics.]

L’American Medical Association dichiara: “Molti dei disturbi emotivi sperimentati da gay e lesbiche riguardo alla propria identità sessuale non sono basati su cause psicologiche, ma piuttosto devono essere ascritti ad un senso di alienazione nell’accettare il loro modo di essere. [La nostra organizzazione] non raccomanda le terapie riparative per gay e lesbiche. Grazie alla psicoterapia essi possono sentirsi a proprio agio con il loro orientamento sessuale a capire le dinamiche sociali relative”.[The American Medical Association Report, released 1994.]

È molto chiaro. Le organizzazioni professionali che si occupano di salute, e di salute mentale, non condividono e non supportano i tentativi di cambiare orientamento sessuale tramite le terapie riparative.

(www.gionata.org)

Testo di Jerry Furlong tratto da “Let’s Talk About Homosexuality – Putting a Human Face on Homosexuality”, edito nel 2008 da Fortunate Families, l’Associazione di Genitori cattolici con figli LGBT degli Stati Uniti), liberamente tradotto da Silvia Lanzi.

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