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No ai combustibili fossili. La Chiesa austriaca sceglie l’ambiente

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

39762 VIENNA-ADISTA. La Chiesa austriaca sceglie l’ambiente e abbandona il fossile. Lo hanno annunciato lo scorso 22 marzo il dipartimento della Chiesa austriaca che si occupa dello sviluppo e dell’attività missionaria (Koo) e il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima (Mcmc), una rete internazionale di circa 900 organizzazioni per contrastare i cambiamenti climatici nata sulla scia dell’enciclica di papa Francesco Laudato si’. E il presidente della Conferenza episcopale austriaca, card. Christoph Schönborn, ha spiegato: azzereremo tutti gli investimenti, ha detto il cardinale, in imprese che estraggono o producono combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale.

La decisione, informa una nota dei vescovi austriaci, «arriva dopo la conferenza in Vaticano sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu che prevedono azioni urgenti sui cambiamenti climatici e fa seguito ai chiari appelli che papa Francesco ha lanciato sull’uso dell’energia, come la sua dichiarazione ai dirigenti delle principali compagnie di combustibili fossili in cui il santo padre ha sottolineato che “la civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà!”».

Quella austriaca è la terza Conferenza episcopale che rinuncia ad investire nel fossile. Prima di lei, avevano compiuto una scelta analoga i vescovi belgi e quelli irlandesi. Oltre ad altre 120 istituzioni e organizzazioni cattoliche di tutto il mondo.

«Con la Laudato si’, papa Francesco ha presentato un programma di vita cristiana e un programma di sopravvivenza per l’umanità», ha spiegato Schönborn. «È un documento epocale sulle minacce e le prospettive ecologiche, sociali, economiche e spirituali del mondo che ci è stato affidato. Ed è un documento sulla “conversione ecologica”, che parte dallo stile di vita personale e si estende all’instaurazione di un nuovo ordine economico e sociale globale». Perciò, ha aggiunto il cardinale di Vienna, «la Conferenza episcopale austriaca ha avviato l’attuazione dell’enciclica già nell’autunno del 2015 ed ha optato per una governance ed un orientamento delle diocesi sostenibili e rispettosi del clima. Collegato a questo, vi è anche una transizione verso le energie rinnovabili. In questo contesto, i vescovi hanno adottato linee guida di investimento», i cui criteri seguono «la triade dell’etica cristiana ecumenica: giustizia, pace ed attenzione per il Creato. Le linee guida sugli investimenti etici – ha proseguito Schönborn – forniscono valutazioni su tipi di investimento come fondi, derivati, investimenti indicizzati o commodities come l’oro. I principi dell’investimento etico sono cambiamento-promozione-prevenzione e sono attuati attraverso criteri di esclusione concreti», perché, ha concluso il cardinale, «i mezzi finanziari della Chiesa non devono esercitare un’influenza distruttiva sul clima del nostro pianeta. Per questo la Conferenza episcopale austriaca ha ora deciso di firmare l’impegno di disinvestimento del Mcmc e di adeguare di conseguenza le linee guida sull’investimento etico. Oltre al già stabilito divieto di estrazione del carbone e fracking, questa scelta implica che nei prossimi cinque anni la Chiesa disinvestirà da tutte le compagnie che estraggono o producono combustibili fossili (carbone, petrolio, gas). Questo completo disinvestimento si applica a tutte le diocesi austriache e a tutte le istituzioni che rientrano nel suo campo di applicazione».

«Chiediamo alle altre istituzioni di unirsi al movimento di disinvestimento con i propri impegni, al fine di preservare la nostra casa comune per le generazioni attuali e future», ha aggiunto mons. Werner Freistetter, responsabile per gli Affari internazionali della Conferenza episcopale austriaca. E Anja Appel, direttrice del Koo: «Noi cristiani e le nostre istituzioni abbiamo la responsabilità di prenderci cura del Creato e lavorare per la giustizia globale. Rientriamo in quella parte della popolazione mondiale che produce la maggior parte delle emissioni di gas serra e quindi, naturalmente, dobbiamo combattere la sua causa principale, l’uso di combustibili fossili. Questo importante passo mostra lo sforzo coerente dei vescovi austriaci per uniformarsi alle richieste dell’Accordo sul clima di Parigi».

«Il disinvestimento dai combustibili fossili della Conferenza episcopale austriaca è un passo profetico per la giustizia climatica », ha dichiarato Tomás Insua, direttore esecutivo del Mcmc. «La comunità cattolica mondiale sta assumendo una leadership audace per proteggere le persone vulnerabili che urgentemente chiedono un cambiamento di rotta. Abbiamo solo pochi anni per piegare la curva delle emissioni di gas serra, e questa leadership visionaria da parte dei vescovi dell’Austria è un enorme passo nella giusta direzione».

 

Luca Kocci, Adista Notizie n° 13 del 06/04/2019

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