martedì, Aprile 16, 2024

Spagna, il governo Sánchez aumenta del 10% i fondi della cultura, inoltre +12% per i musei e +7% per le biblioteche

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Comincia con corposi investimenti in cultura il 2019 della Spagna: il governo guidato dal premier socialista Pedro Sánchez ha presentato in queste ore il Bilancio dello Stato per il 2019, che include un aumento del 10% delle dotazioni per la cultura. I fondi passano quindi dagli 869 milioni di euro del 2018 ai 953 del 2019 (in Italia, per dare un’idea, il bilancio del Ministero dei Beni Culturali del 2018 ammontava a circa 1,7 miliardi di euro). In termini assoluti, la spesa in cultura del governo rispetto alla dotazione complessiva dello Stato sale dallo 0,2% del 2018 allo 0,3% del 2019 (si tratta all’incirca della stessa percentuale dell’Italia dove, secondo il bilancio previsionale del 2018, la spesa in cultura rappresentava lo 0,28% del Bilancio dello Stato). Il quotidiano El País ha offerto alcuni termini di paragoni con altre voci di spesa: per esempio, si cita l’istruzione, che vale lo 0,7% del bilancio, la difesa che vale il 2,4%, e le pensioni che ammontano al 40,9%.

Non solo: il governo ha dato anche il via all’abbattimento dell’IVA sugli ebook e sulla stampa digitale, che passa dal 21% al 4%. Dunque, da quest’anno in Spagna ebook e giornali elettronici sono del tutto equiparati ai loro omologhi di carta. Inoltre, verranno investiti 3,5 milioni di euro per l’acquisto di libri da destinare alle biblioteche pubbliche. Tra gli aumenti, un 19,7% in più per il Fondo de Protección a la cinematografía, che quest’anno viene dotato di 85 milioni di euro, e un +12,5% per i musei, che per il 2019 beneficeranno di 178,13 milioni di euro contro i 157,78 del 2018 (ci sarà anche un fondo speciale di 9 milioni che andranno al Prado per le celebrazioni del bicentenario e i lavori di ampliamento del Salón de Reinos). Segno più anche per le biblioteche, con un aumento del 7,66% (da 47 a 50,6 milioni di euro), per gli archivi (+2,54%, da 27,6 a 28,3 milioni), per il sostegno alle industrie culturali (+37,83%, da 14,17 a 19,53 milioni), per la conservazione e il restauro dei beni culturali (+5,84%, da 21,25 a 22,49 milioni), per la musica e la danza (+0,97%, da 100,74 a 101,72 milioni) e per il teatro (+2,3%, da 51 a 52,28 milioni).

Sono soltanto due le voci che diminuiscono: si tratta della spesa per la promozione del libro che si riduce di un 2,2%, passando dagli 8,17 milioni di euro del 2018 ai 7,99 del 2019, e della voce destinata alla tutela del patrimonio storico, che registra un -2,28% passando da 8,34 a 8,15 milioni di euro.

Tuttavia, El País sottolinea anche che l’investimento in cultura del governo targato PSOE (il Partito Socialista Operaio Spagnolo) è più alto di tutti quelli che sono stati presentati negli anni in cui la Spagna era amministrata dal PP, il Partito Popolare (centro-destra) di Mariano Rajoy. La spesa in cultura del governo PSOE del 2019 è comunque inferiore di 100 milioni di euro a quella che il governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero effettuò nel 2011, quando alla cultura vennero destinati 1,05 miliardi di euro. Il record è del 2009, quando la spesa in cultura fu di 1,284 miliardi di euro.

 

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