giovedì, Marzo 28, 2024

Mare e altre storie (Cristina Mattiello, Adista.it)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

MARE

«Torniamo in mare in uno scenario mediterraneo sempre più inquietante, in cui i governi europei rivendicano ormai la propria connivenza con le milizie di un Paese in guerra come la Libia calpestando consapevolmente diritti fondamentali e vite umane. Essere in quel mare significa ancora una volta cercare di riaffermare dal basso che la vita di ogni persona conta. “I can’t breathe” è l’ultimo sussulto anche di ogni persona lasciata annegare per scelte politiche criminali (Alessandra Sciurba – Mediterranea Saving Humans).

NAVI

Oltre la Mare Jonio, bloccata strumentalmente per mesi, anche la Sea Watch 3 della omonima ONG tedesca è alla sua prima missione dopo l’emergenza Covid. Subito salvate centinaia di persone che, in base alle attuali politiche europee, quasi certamente sarebbero annegate o finite di nuovo nei lager libici. Si moltiplicano video e riprese audio in cui emerge chiaramente che navi ufficiali dei Paesi mediterranei, pur vicine, non soccorrono i naufraghi.

MACOMER

Tensione costante al Centro per rimpatri di Macomer (Nuoro), dove decine di migranti sono in attesa di espulsione. Un detenuto si è cucito le labbra, dando l’avvio a una protesta.

JOBAN

Aveva sperato nella nuova legge, ma nessun “padrone” aveva trovato utile regolarizzarlo. Joban Singh, 25 anni, si è tolto la vita senza fare neanche notizia. Lavorava nell’Agro pontino, nella zona di Sabaudia, dove i braccianti indiani come lui vengono sfruttati in condizioni di semischiavitù, drogati perché siano più produttivi. Numerose inchieste hanno svelato questa piaga ma, tranne casi isolati, il potere del capolarato, collegato alla criminalità organizzata locale, non sembra scalfibile.

SANATORIA

C’è un vulnus insormontabile nell’impianto legislativo del processo di regolarizzazione: sono i datori di lavoro a dover aprire l’iter. Pochissimi quelli disposti (un flop le domande!), ed è appurato che sono diffusi i ricatti: o paghi – fino a 8.000 Euro! – o accetti condizioni di lavoro ben diverse da quelle scritte sul contratto, o niente regolarizzazione. Per questo è partita una mobilitazione per una sanatoria vera, allargata a tutti i settori lavorativi e che abbia al centro i diritti delle persone, non le esigenze economiche in un ambito che conosce solo un disumano sfruttamento: una settimana di iniziative territoriali, dal 18 al 27 giugno, che si ricollega alla lotta dei Sans Papiers a livello europeo e ha un suo momento forte nel presidio di Roma venerdì 27 alle 18.00 al Pantheon. La speranza è ottenere radicali miglioramenti nella fase di conversione in legge dell’attuale decreto.

ROM E BUROCRAZIA

Un aiuto operativo a rom e sinti che devono districarsi con la burocrazia, in particolare per ottenere i sussidi Covid: attivato dal Movimento Kethane un call center che risponde anche in romanés: dal lunedì al venerdì, ore 10.00 – 18.00, cell. 351- 6320920.

 

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