sabato, Aprile 20, 2024

La scoperta di una cacciatrice preistorica stravolge le ipotesi sui ruoli di genere

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Questo nuovo studio è l’ultimo colpo di scena in un dibattito che va avanti da decenni in merito ai ruoli di genere tra le prime società di cacciatori e di raccoglitori.

Randall Haas, archeologo presso l’Università della California a Davis, ricorda il momento nel 2018 quando il suo team di ricercatori si riunì intorno allo scavo di una sepoltura di un individuo di circa 9.000 anni fa sulle Ande del Perù. Insieme ai resti delle ossa di quello che sembrava essere un uomo adulto, c’era un’impressionante – e fornita – raccolta di strumenti in pietra di cui si servivano gli antichi cacciatori per abbattere grosse prede, svolgere l’attività di caccia e lavorare della pelle.

“Deve essere stato davvero un grande cacciatore, una persona molto importante per la società” – Haas racconta che questo era ciò che lui e il suo team hanno pensato in quel momento.

Ma le analisi successive hanno rivelato una sorpresa: i resti trovati vicino agli utensili appartenevano a un individuo biologicamente femminile. Inoltre, questa antica cacciatrice probabilmente non era un’eccezione, secondo uno studio pubblicato su Science Advances. Successivamente alla scoperta del team di Haas sono state riprese in esame sepolture di periodi simili precedentemente studiate in tutte le Americhe, e si è scoperto che tra il 30% e il 50% di cacciatori di caccia grossa potrebbero essere stati individui biologicamente femminili.

Questo nuovo studio è l’ultimo colpo di scena in un dibattito che va avanti da decenni in merito ai ruoli di genere tra le prime società di cacciatori e di raccoglitori. L’ipotesi comune era che gli uomini preistorici cacciassero e le donne raccogliessero frutti e allevassero i piccoli. Ma per decenni alcuni studiosi hanno sostenuto che questi ruoli “tradizionali”, supportati da studi antropologici su gruppi di cacciatori e raccoglitori in tutto il mondo dal XIX secolo, non necessariamente valgono anche per il nostro più lontano passato.

Mentre il nuovo studio fornisce ottime argomentazioni a sostegno del fatto che l’individuo rinvenuto in Perù fosse una donna cacciatrice, molte altre prove sono state a lungo sotto i nostri occhi, afferma Pamela Geller, archeologa presso l’Università di Miami che non fa parte del team di ricerca.

“I dati ci sono”, afferma Geller. “È solo questione di come vengono interpretati dai ricercatori”.

A chi appartengono questi utensili?

Portando alla luce la sepoltura, gli archeologi hanno trovato una serie di 24 tipi di strumenti colorati in pietra, tra cui: punte litiche per abbattere grandi mammiferi; rocce pesanti probabilmente usate per fratturare le ossa o scuoiare l’animale; piccoli frammenti di pietra smussata per raschiare il grasso dalle pelli; piccole scaglie con angoli appuntiti che potrebbero essere servite per tagliare la carne; e grumi di ocra rossa che potrebbero aver aiutato a preservare la pelle. Sparsi intorno al sito sono stati trovati frammenti di ossa di animali, tra cui antichi parenti del lama e cervi.

Durante l’esame iniziale degli utensili, i ricercatori avevano supposto che il proprietario fosse un uomo, forse una figura importante per la società, o addirittura un capo gruppo. “Ne sono responsabile come tutti gli altri”, afferma Haas, che lavora in quella regione dal 2008. “Ho pensato che fosse coerente con la mia conoscenza del mondo”. Una volta tornati in laboratorio, tuttavia, un più attento esame dei reperti ossei ha indicato la fisiologia di una femmina. A conferma di questo, è stata analizzata una proteina dello smalto dentale e che è correlata al sesso.

È importante sottolineare che il team non può individuare l’identità di genere dell’individuo, ma soltanto il suo sesso biologico (che, come il genere, non sempre è binario). In altre parole, non è possibile affermare che questo individuo 9.000 anni fa abbia vissuto in un modo tale da identificarlo come una donna all’interno della società.

Supposizioni messe in dubbio

La scoperta del 2018 mette quindi in dubbio la teoria del binarismo di genere comunemente ipotizzata per i nostri primi antenati: gli uomini cacciatori e le raccoglitrici. Questa tesi ha origine da studi su moderni cacciatori-raccoglitori, tra cui è più frequente che gli uomini si occupino della caccia mentre le donne hanno principalmente il compito di badare ai figli, afferma Kim Hill dell’Università statale dell’Arizona (ASU, dall’inglese Arizona State University), specializzato in antropologia dell’evoluzione umana che non ha fatto parte del team di ricerca. “Non puoi fermarti nel bel mezzo di una battuta di caccia al cervo per allattare un bambino che piange”, aggiunge Hill via e-mail.

Tuttavia le deduzioni derivate dai cacciatori-raccoglitori attuali presentano dei limiti. Per decenni, afferma Geller, alcuni archeologi hanno sostenuto che la classificazione semplicistica che vedeva gli uomini cacciatori e le donne raccoglitrici fosse di fatto un’eccessiva semplificazione. “Con poche eccezioni, i ricercatori che studiano i gruppi di cacciatori e raccoglitori – indipendentemente dal continente su cui lavorano – danno per scontata una universale e rigida divisione sessuale dei compiti e delle attività”, afferma. “E poiché è l’opinione più comune, poi trovano difficoltà a spiegare perché i resti di individui dal corpo femminile abbiano segni scheletrici riconducibili alle attività di caccia o utensili per la caccia nel corredo funebre”.

I ricercatori hanno trovato indicazioni di questa discrepanza in passato, aggiunge Geller, ma “di solito non dicono nulla, come se ignorare l’evidenza la facesse sparire”.

L’attività di caccia richiede il maggior numero possibile di adulti prestanti, per aumentare il livello di sicurezza e di efficienza, indipendentemente dal sesso biologico. Dopo lo svezzamento, la madre potrebbe essere disponibile per aiutare nella caccia grossa, afferma Kathleen Sterling, archeologa presso la Binghamton University, che non ha fatto parte del gruppo di studio. E perfino durante lo svezzamento, le donne possono cacciare, se la comunità fornisce aiuto nel badare ai bambini.

Il significato del corredo funebre

Stimolati dalla scoperta del 2018, il team di Haas ha quindi esaminato a fondo i documenti di vecchi scavi dei primi cacciatori e raccoglitori in tutte le Americhe. Molti studi passati avevano rilevato la presenza di analoghi utensili in pietra per la caccia in sepolture con individui biologicamente femminili, tuttavia questi casi non risultano sempre chiari. In alcuni, il sesso dell’individuo non è definito, in altri il contesto è poco chiaro e rende difficile determinare se gli utensili in pietra e i resti siano stati sepolti nello stesso momento. E in altri ancora, le poche punte litiche trovate nella sepoltura potrebbero essere state le armi con cui sono state uccise e sepolte le vittime.

Ma quando il gruppo di ricerca di Haas ha rivisto ogni singolo caso nel contesto di un più grande insieme di dati, ha scoperto che delle 27 sepolture su 429 con individui di sesso accertato che sono stati sepolti con utensili per la caccia, 11 erano di sesso femminile, inclusi i resti appena identificati, mentre 16 erano di sesso maschile. Le molte incertezze (come i contesti poco chiari e l’identificazione del sesso) sono presenti in entrambi i tipi di sepoltura, maschile e femminile, afferma Haas. Quindi anche se sono stati esclusi i casi più incerti, resta simile la quantità di sepolture con utensili da caccia tra individui di sesso femminile e maschile.

“Questi modelli non sono affatto quello che ci si aspetterebbe in una popolazione di [soli] cacciatori uomini”, aggiunge.

Hill della ASU afferma che non è pienamente convinto che la donna sepolta 9.000 anni fa sia stata effettivamente una cacciatrice in vita. Avverte che il corredo funebre, compresi gli utensili da caccia, potrebbero essere stati collocati lì per credenze simboliche o religiose.

Il nuovo set di utensili apparteneva effettivamente alla persona sepolta? Sterling mette in dubbio l’indagine stessa. “Generalmente non ci poniamo questa domanda quando ritroviamo questo tipo di attrezzi con individui di sesso maschile”, afferma. “È solo quando vengono messe in dubbio le nostre convinzioni sul genere che ci poniamo dei dubbi”.

“C’è così tanta ginnastica mentale da fare per cercare di dissipare questi pregiudizi”, aggiunge Geller.

L’insieme di attrezzi scoperti nella sepoltura di 9.000 anni fa era abbastanza vario, e includeva sia strumenti preziosi, come punte litiche di difficile realizzazione, sia strumenti più comuni, come le scaglie di pietra che possono essere facilmente ricavate rompendo le rocce. Questo suggerisce che gli utensili non fossero oggetti votivi, piuttosto indica che questi oggetti fossero usati in vita da quella persona, sostiene Haas. Anche i numeri la dicono lunga, aggiunge Sterling, con la quantità di individui femminili sepolti con questo tipo di utensili ritrovati adesso in tutte le Americhe.

Secondo Geller, questo dibattito ha forti implicazioni per il mondo attuale. “C’è una grande disparità di genere, oggi. Se ipotizzassimo che esiste qualcosa che ci predispone biologicamente, allora questa disparità sarebbe giustificata”, afferma. “Tutto questo per me è pericoloso, e del tutto infondato”.

DA MAYA WEI-HAAS 17 NOV 2020, nationalgeographic.it

https://www.nationalgeographic.it/storia-e-civilta/2020/11/la-scoperta-di-una-cacciatrice-preistorica-stravolge-le-ipotesi-sui-ruoli

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