venerdì, Marzo 29, 2024

Intervista a Ulrike Scherf, pastora protestante e vicepresidente della chiesa evangelica in Assia e Nassau

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

In linea generale, qual è la situazione in Germania tra cattolici e protestanti, sia a livello di vertici istituzionali che di base laicale? C’è un clima di collaborazione o c’è ancora una diffidenza di fondo? E in quali campi si manifestano?

Credo che la situazione in Germania sia molto buona; sono fiduciosa per quanto riguarda il rapporto tra le chiese regionali protestanti e le diocesi cattoliche. Inoltre ci sono i veterocattolici, le chiese ortodosse, gli anglicani, le chiese evangeliche libere, le comunità carismatiche e neo-pentecostali ecc. Da molti anni la maggior parte di queste chiese lavorano insieme bene e con fiducia nell’ambito della Comunione di collaborazione delle Chiese Cristiane (ACK), un organismo paragonabile a un Consiglio Nazionale delle Chiese per la Germania. Una base importante per la cooperazione ecumenica è la Charta Oecumenica del 2001, il cui obiettivo è che l’unità diventi sempre più visibile. Negli ultimi dieci anni non ho riscontrato quasi più nessuna diffidenza di fondo. Prima, parlo di oltre a dieci anni fa, era un po’ diverso; mi riferisco agli anni successivi alla dichiarazione “Dominus Iesus” della Congregazione Romana per la Dottrina della Fede del 2000 che ebbe delle conseguenze dal punto di vista ecumenico. Sulla situazione ecumenica in Germania influisce molto, anche se indirettamente, lo scandalo degli abusi sessuali, numericamente più rilevante nella Chiesa cattolica. Tuttavia, questo riguarda tutte le denominazioni, anche perché il pubblico secolare non fa più tante distinzioni tra di loro. La cooperazione nelle commissioni ecumeniche si è sviluppata positivamente, e la stretta collaborazione ecumenica dei vescovi (come quella che si è registrata tra il vescovo Bätzing e il presidente della Federazione luterana mondiale Jung che invitavano insieme alla ÖKT = Giornata ecumenica delle chiese) rafforza i legami ecumenici. La comunione ecumenica in Germania sta attualmente vivendo un nuovo, ulteriore impulso grazie al testo “Insieme alla tavola del Signore” (pubblicato nel 2019) del gruppo di lavoro ecumenico dei teologi protestanti e cattolici tedeschi, il più importante di questo tipo presente in Germania. È particolarmente significativo che anche due vescovi vi collaborino – da parte protestante il presidente della Chiesa del Palatinato Christian Schad, da parte cattolica il vescovo Georg Bätzing. Il testo “Insieme alla tavola del Signore” è arrivato a interessare il magistero cattolico romano anche perchè il vescovo Bätzing (presidente della Conferenza episcopale tedesca dal 2020) lo sostiene. In termini di contenuto, il testo sostiene la possibilità che – sulla base di una fiducia reciproca che nelle rispettive chiese, ministeri, culti e messe ecc. operi lo Spirito Santo e sulla base di una decisione personale di coscienza – sia possibile per il singolo cristiano accettare l’invito di Cristo e partecipare anche alla celebrazione della Santa Cena o dell’Eucaristia dell'”altra denominazione”. Cioè, si tratta di celebrazioni confessionali della Cena del Signore o dell’Eucaristia, non di una “Cena del Signore ecumenica” o di un’intercelebrazione. Non sono le chiese che invitano, non sono loro che possono permettere o proibire qualcosa alla coscienza. Cristo invita.

Quanto è diffuso il fenomeno delle coppie miste? E fra quali comunità cristiane? Come vivono queste coppie la loro esperienza all’interno delle rispettive comunità?

I matrimoni misti sono ormai molto comuni in Germania, tra tutte le confessioni. La maggior parte della gente di solito non capisce perchè le chiese pongono problemi, ad esempio, circa la denominazione confessionale in cui si educano i figli o circa la partecipazione del coniuge protestante all’eucaristia cattolica. La situazione è paradossale in quanto proprio le persone per le quali la fede è significativa possono avere problemi. Nelle comunità protestanti e anche nella maggior parte delle parrocchie cattoliche ci sono comunque, a mio avviso, ottime possibilità di coinvolgimento per le coppie miste; esse, di regola, sono considerate un guadagno ecumenico per la parrocchia / la comunità. Già finora comunque non si pongono ostacoli per quanto riguarda la “partecipazione sacramentale” nella chiesa protestante; nella netta maggioranza delle parrocchie cattoliche su questo tema le decisioni pastorali sono individuali. Accanto a ciò però ci sono sempre esperienze individuali – spesso, ma non solo, del passato – in cui alcune persone hanno subito delle offese oppure non si sono sentite valorizzate nella loro identità confessionale o sono state private di qualcosa (fino ai singoli casi di parenti protestanti a cui è stata negata l’eucaristia alle esequie di un familiare cattolico defunto).

Veniamo al Kirchentag che si è appena concluso. Che cosa è, il Kirchentag, come e quando nasce, chi lo organizza, quante edizioni ci sono state finora, chi vi partecipa e come è vissuto? E in particolare questo Kirchentag del 2021, svolto in clima di pandemia, come è stato strutturato?

Il Kirchentag protestante tedesco fu fondato nel 1949 come reazione all’era nazionalsocialista e alla mancata resistenza da parte della chiesa ufficiale durante quel periodo. È un movimento laico evangelico e vuole dare più voce e peso alla base, offrire spazi di incontro ed essere un forum per questioni politiche, educazione alla democrazia e sfide spirituali attuali. Si svolge ogni 2 anni, alternandosi annualmente con le Giornate Cattoliche. Finora ci sono stati 37 Kirchentage con per lo più da 100.000 a 150.000 partecipanti, la metà dei quali ha meno di 30 anni. Celebrare le funzioni religiose con migliaia di persone è un’esperienza molto speciale che rafforza la fede. Allo stesso tempo, si discutono questioni attuali e controverse e si prendono posizioni coraggiose, per esempio su questioni di pace e giustizia. Questo piace a molte persone che altrimenti vanno raramente in chiesa. In più, dopo il 2003 e il 2010, la terza Giornata ecumenica delle chiese si è tenuta nel maggio 2021. Nonostante la pandemia, non è stata cancellata per dimostrare che le chiese non si ritirano ma sono presenti anche in questi tempi difficili. È stata celebrata in modo decentralizzato e digitale. Circa 100 eventi digitali e 400 incontri decentralizzati hanno avuto luogo, non solo quindi a Francoforte e dintorni. Circa 160.000 persone hanno partecipato a discussioni, tavole rotonde, studi biblici e altri eventi attraverso il sito web, circa 1 milione di persone ha seguito il servizio di apertura e 1,25 milioni quello di chiusura in televisione. Nelle sedi decentrate sono stati coinvolti circa 1.600 volontari in vari progetti direttamente sul posto, come parte della campagna “look-get involved”.

Dall’Italia attraverso la stampa specializzata abbiamo avuto notizia del segno ecumenico che è stato dato il sabato sera nei culti / nelle messe serali confessionali del Kirchentag e cioè che la copresidente protestante del Kirchentag ha ricevuto l’Eucaristia durante la Messa cattolica e il copresidente cattolico ha partecipato alla Santa Cena durante il Culto luterano. In Germania come stato vissuto questo evento? Come una cosa normale o come una svolta epocale?

La base era il testo “Insieme alla tavola del Signore” (a proposito, ora è disponibile anche in un’edizione tedesco-inglese!). La maggior parte delle persone avrà percepito questo come qualcosa di atteso a lungo. Che le cristiane / i cristiani non possano riunirsi al tavolo della comunione è per una gran parte della popolazione del tutto incomprensibile, quasi assurdo. Per coloro che hanno partecipato per la prima volta alla Cena del Signore o all’Eucaristia dell’altra denominazione, è stato un gesto molto commovente. Può diventare una svolta epocale se questa “partecipazione reciproca” si svilupperà in qualcosa di completamente normale, quotidiano. Se questo riuscirà – il che mi renderebbe felice – dipenderà molto da come le comunità / le parrocchie plasmeranno la pratica eucaristica concreta sul posto!

Secondo lei questo segno ecumenico che è stato dato al Kirchentag avrà delle conseguenze sul percorso di avvicinamento delle Chiese tedesche e, in particolare, avrà conseguenze per la Chiesa cattolica attualmente impegnata in un interessante cammino sinodale? E, più in generale, questo segno potrà avere conseguenze sul cammino ecumenico?

Il Kirchentag ha approfondito l’unione ecumenica, l’ha resa ancora una volta più evidente. La misura in cui un ulteriore riavvicinamento avrà successo dipenderà da come le due grandi chiese faranno “i loro compiti”. Nella Chiesa cattolica romana si tratterà di riforme nel senso della partecipazione sinodale, cioè soprattutto anche di persone non consacrate; della questione delle donne in tutti i servizi e ministeri ecclesiastici ecc. Ma anche la chiesa protestante ha dei “compiti”, in particolare riguardo alla pratica sacramentale: Qual è il ruolo della liturgia e della confessione? Qual è il significato dell’epiclesi (la chiamata dello Spirito Santo) nella celebrazione della Cena del Signore? ecc. Il testo “Insieme alla tavola del Signore” ci pone in un cammino ecumenico comune. Sono sicura che la reciproca condivisione eucaristica porterà sempre più a sviluppare domande e a approfondire indagini reciproche sulla prassi usata, il che sarà un bene per entrambe le parti.

Considera la condivisione eucaristica fra cristiani un viatico per camminare più agevolmente insieme, oppure un punto di arrivo segnato da un accordo fra le chiese istituzionali?

È entrambe le cose! La partecipazione reciproca è il “nutrimento” nel cammino ecumenico comune, che non è certo facile. La piena comunione è la meta a cui tendere – e su questo piano le chiese devono dichiararsi apertamente. Il testo “Insieme alla tavola del Signore” supera i precedenti schemi confessionali di argomentazione riguardo all’Eucaristia e alla Cena del Signore: non dichiara la comunione eucaristica, ma invoca la possibilità di una reciproca partecipazione eucaristica. Per la parte cattolica romana questo significa dire addio all’idea che la condivisione eucaristica è possibile solo quando siamo una sola chiesa. Per noi protestanti significa che la mutua condivisione eucaristica non può essere il fine ecumenico, perché la condivisione eucaristica mira alla piena comunione ecclesiale (senza già realizzarla pienamente). Su questo punto c’erano in passato preoccupazioni cattoliche sintetizzabili con l’espressione “i protestanti non vogliono più affatto la piena comunione ecclesiale”. Con il testo “Insieme alla tavola del Signore” diventa chiaro: sì, il nostro obiettivo comune è la piena comunione. Su cosa significhi questo, dobbiamo ancora giungere ad una comprensione ecumenica.

Tradotto e presentato da Gisela Salomon, Ospitalità eucaristica, n.29/2021

Ulrike Scherf è nata nel 1964 a Wiesbaden dove ha frequentato le scuole. Ha poi studiato teologia protestante alla Kirchliche Hochschule Neuendettelsau (Baviera) e alle università di Berna e Heidelberg. Dopo lo studio divenne vicario a Mümling-Grumbach (Odenwald) e, dopo il suo praticantato teologico-pastorale, ha lavorato come assistente al seminario teologico di Friedberg.

Dal 1994 al 1998 Ulrike Scherf è stata pastora a Zwingenberg e Alsbach (Bergstraße), poi fino al 2006 con un incarico a tempo pieno ad Alsbach. (…)

Come pastora, Ulrike Scherf è stata anche eletta decano del decanato di Zwingenberg nel 1999 e più tardi come decano provvisorio del nuovo decanato di Bergstrasse. Nel 2007 è stata eletta decano a pieno titolo del decanato protestante di Bergstrasse con sede a Heppenheim. Su sua iniziativa sono state fondate la cappellania del pronto soccorso del distretto di Bergstraße e l’Alleanza per la domenica libera nella regione di Starkenburg.

Nel novembre 2012 Ulrike Scherf è stata eletta per la prima volta dal sinodo della Chiesa protestante in Assia e Nassau (EKHN) alla carica di vice presidente della chiesa e ha assunto la carica nel febbraio 2013. Nel novembre 2019 è stata confermata nel suo ruolo per altri otto anni fino al 2029.

Ulrike Scherf è membro del Consiglio di sorveglianza della Diakonie Hessen – Diakonisches Werk in Hessen und Nassau und Kurhessen-Waldeck, del Consiglio dell’Istituto di scienze sociali della Chiesa protestante in Germania, del Consiglio di amministrazione del Konfessionskundliches Institut, del Consiglio di amministrazione della Protestant University of Applied Sciences Darmstadt, del Consiglio di amministrazione della Fondazione bambini e giovani della EKHN e del Consiglio di amministrazione della Hospiz-Stiftung Bergstraße.

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