sabato, Aprile 27, 2024

Padre James Martin parlerà di accoglienza delle persone LGBT all’Incontro mondiale delle Famiglie

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
Quando papa Francesco visiterà Dublino per partecipare all’Incontro Mondiale delle Famiglie atterrerà in un’Irlanda che alla prova delle urne ha espresso la sua insoddisfazione verso la visione cattolica della sessualità, approvando nel 2015 il matrimonio omosessuale e, lo scorso mese, la legalizzazione dell’aborto attraverso il voto popolare, due episodi che testimoniano del crescente divario tra i cittadini irlandesi e la Chiesa. Nel tentativo di colmare tale divario, gli organizzatori dell’Incontro Mondiale delle Famiglie hanno annunciato che padre James Martin SJ, il redattore del nostro settimanale noto per il suo ministero rivolto ai cattolici e alle cattoliche LGBT, farà un intervento: “Gli organizzatori mi hanno chiesto di parlare di come le parrocchie possono accogliere le persone LGBT, i loro genitori e le loro famiglie. Spero di condividere con chi mi ascolterà le ‘buone prassi’ di quelle parrocchie che hanno integrato con successo le persone LGBT”.

L’annuncio è stato dato lo scorso lunedì [11 giugno]: padre Martin parlerà di come le parrocchie possono sostenere le famiglie che hanno al loro interno persone LGBTI+”. All’Incontro sarà presente papa Francesco, che visiterà l’Irlanda dopo i due referendum sul matrimonio omosessuale e l’aborto: “La visita del Papa a Dublino non deve essere un evento unico, subito dimenticato: essa cade nel momento in cui la Chiesa irlandese sta lottando per trovare un nuovo posto nella società e nella cultura del Paese, un posto molto diverso da quello dominante del passato” ha dichiarato l’arcivescovo Diarmuid Martin.

Secondo il comunicato, più di 30.000 persone si sono registrate all’Incontro, il numero più alto da quando la manifestazione è stata lanciata a Roma nel 1994 da Giovanni Paolo II. L’attenzione sarà puntata sull’Amoris Laetitia, la lettera del Papa sulla vita famigliare. Più di duecento relatori (quasi la metà saranno donne) parleranno di preparazione al matrimonio, matrimonio cristiano e trasmissione della fede in famiglia, oltre che di cura della creazione, affari e sport.

All’ultimo Incontro Mondiale delle Famiglie (Philadelphia 2015) le tematiche LGBT sono state perlopiù assenti dal programma ufficiale; gli organizzatori di Dublino, invece, hanno annunciato già da mesi che pensavano di includere nella manifestazione il tema delle famiglie con persone LGBT, cosa che non è stata priva di controversie. La scorsa estate gli organizzatori hanno diffuso un libretto, un capitolo del quale riguardava le persone LGBT, corredato di immagini di coppie omosessuali: “Mentre la Chiesa proclama l’ideale del matrimonio come impegno permanente tra un uomo e una donna, esistono altre unioni in cui [le coppie] si offrono sostegno reciproco. Papa Francesco ci invita a non escluderle, ma anzi di accompagnare anche queste coppie amandole, sostenendole e prendendosene cura” si legge nel documento.

All’inizio del 2018, però, le immagini sono state rimosse e il testo modificato in seguito alla campagna negativa di un gruppo antiabortista canadese. Secondo padre Martin, alcuni prelati esprimono ancora disagio quando si tratta di accogliere le persone LGBT nella Chiesa: “Questo è tragico. Perché non dovremmo aiutare un battezzato a sentirsi integrato nella sua Chiesa? L’argomentazione secondo la quale queste persone sarebbero ‘peccatrici’ elude la questione, perché peccatori lo siamo tutti. Dobbiamo considerare le persone LGBT membri a pieno titolo della Chiesa in virtù del battesimo. Devono sapere che Dio le ama e la loro Chiesa le accetta”.

Cosa stanno cercando di comunicare gli organizzatori dell’Incontro invitando un sacerdote in prima linea per le persone LGBT? Per padre Martin è chiaro: “È un messaggio esplicito diretto ai cattolici e alle cattoliche LGBT: voi siete una parte importante della Chiesa. Sono immensamente grato per questo invito, non tanto per il riconoscimento a quello che faccio e scrivo, ma per il messaggio implicito rivolto ai cattolici LGBT, un gruppo di persone che per molto tempo si sono sentite escluse. Spero che questo invito, che ha dovuto essere approvato dal Vaticano, venga visto come un segno inequivocabile di accoglienza da parte della Chiesa”.

(Michael J. O’Loughlin pubblicato sul sito del settimanale gesuita America (Stati Uniti) l’11 giugno 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro)

Michael J. O’Loughlin è il corrispondente nazionale del settimanale America. Twitter: @MikeOLoughlin

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